CONVINZIONI SULLA FAMIGLIA E SUI GENITORI

Indipendentemente dai genitori che abbiamo avuto, nessuno di noi ha ricevuto l’amore nella forma in cui l’avrebbe desiderato. E abbiamo creduto di non essere degni di quell’amore.

Quando riteniamo i nostri genitori, o uno di essi, colpevoli dei nostri problemi, li trasformiamo nei carcerieri delle nostre risorse: pensiamo di non essere riusciti a liberare le nostre potenzialità a causa delle loro limitate capacità educative. Altre volte crediamo che sia un fratello o una sorella ad averci sbarrato a strada verso la realizzazione. Eppure ogni singola persona che ha fatto parte del nostro percorso è stata fondamentale per la nostra esperienza, anche quando quest’esperienza è stata molto dolorosa.

Spesso la famiglia è teatro di litigi, conflitti, abusi, violenza fisica o verbale, ma resta comunque un tassello fondamentale del nostro sviluppo interiore. Per quanto la nostra famiglia sia stata disfunzionale, abbiamo il potere di trasformare le esperienze dolorose del passato, a patto naturalmente di smettere di vedere il nostro passato, qualunque esso sia, come la tomba delle nostre potenzialità.

Inoltre dobbiamo diventare abili a rintracciare gli schemi limitanti che sono appartenuti alla nostra famiglia per evitare di ripeterli. Spesso interpretiamo la vita e i suoi avvenimenti nello stesso modo dei nostri genitori e instauriamo lo stesso tipo di rapporti affettivi, e questo perché tendiamo ad avere le stesse convinzioni inconsce. Smascherarle è d’obbligo.

CAMBIA LE TUE CONVINZIONI LIMITANTI SULLA FAMIGLIA E SUI GENITORI

Ecco le convinzioni limitanti più comuni che abbiamo su questo.

Sono un figlio non voluto/rifiutato

Se siamo nati in una gravidanza non voluta, o se, in seguito, dopo la nostra nascita, i genitori hanno avuto problemi che li hanno portati ad occuparsi poco di noi e molto di altro o di altri, potremmo trattenere a livello inconscio questa pesante convinzione. Se ci sentiamo figli rifiutati, tenderemo a riprodurre questa sensazione all’interno delle nostre relazioni adulte.

Sono la pecora nera della famiglia

Se ho la sensazione di non appartenere alla mia famiglia, di essere diverso da tutti gli altri, spesso peggiore, mi sentirò la pecora nera della famiglia: poi entrerò in quel ruolo, distinguendomi, spesso negativamente, per i miei comportamenti o i miei risultati. Quando ci identifichiamo in un personaggio (es. “sono la pecora nera”, “sono come il brutto anatroccolo”, “sono quello più sfortunato”, ecc.), poi lo recitiamo inconsciamente. A volte per sempre. 

La mia famiglia è la causa della mia sofferenza

A volte non abbiamo avuto genitori proprio esemplari, e questo ci ha portato tanti risentimenti che ci possiamo trascinare dietro nel tempo. Se siamo in questa situazione il nostro passato ci tiene in pugno, perché finché non ci sganciamo emotivamente dal passato, non potremo neppure cambiare la nostra condizione. E attribuiremo tutti i nostri problemi alla famiglia di origine, mentre la vera causa sarà nel non averci lavorato abbastanza, e nel non aver sciolto quei risentimenti.

Rifiuto i miei genitori (o uno di loro)

Le sfumature di risentimento verso i nostri genitori possono andare da un leggero fastidio a un vero e proprio odio che ci corrode dentro. Questo rifiuto va guarito perché i genitori sono le nostre radici, e un albero senza radici non può crescere. Dobbiamo imparare ad accettare i nostri genitori così come sono, e questo non significa condividere il loro operato o i loro comportamenti, ma accettare ciò che è così com’è. 

Senza i miei genitori mi sento perduto

A volte con i genitori abbiamo un rapporto fortemente dipendente, e così, anche se ormai siamo adulti, crediamo che saremmo persi senza di loro. Quando siamo in questa situazione temiamo la loro morte, e il nostro futuro da soli ci preoccupa. Non abbiamo cioè ancora tagliato quel cordone ombelicale che ci unisce a loro. E, per questo motivo, non siamo neppure completamente cresciuti, non importa quale sia la nostra età.